Vi verrebbe mai in mente di chiamare "nuvola" l'acquedotto che vi porta l'acqua in casa o la rete di cavi che vi consente di avere l'energia elettrica?
Beh, se non siete nell'ambiente dell'Information Technology, forse non sapete che la parola "nuvola" (o meglio "cloud") è attualmente utilizzata per definire il complesso di hardware e software che genera servizi internet utilizzabili tramite il vostro browser.
In questo senso, anche questo blog è, diciamo, creato e distribuito attraverso il "cloud".
Detto che il "cloud" è un acquedotto, i pc, i telefonini, gli ipad ecc. ecc. sono i rubinetti.
L'idea è che si possa aprire indistintamente uno di questi rubinetti (in gergo "device") ed ottenere sempre la stessa acqua (cioè la stessa applicazione software). Sembra facile ma non lo è, perché i vari tipi di "rubinetto" in questione sono molto diversi tra loro e quindi si cerca di fare in modo di produrre dell'"acqua" che sia in grado di scorrere in qualsiasi tipo di "rubinetto".
Vi affascina tutto ciò?
A me spinge ad una considerazione: fino a quando si parlerà di applicazioni "device independent" (cioè in grado di funzionare su qualsiasi tipo di dispositivo dotato di browser) vorrà dire che non le abbiamo ancora ottenute, o meglio che non tutte lo sono.
In tutto ciò, trovo che la cosa più interessante sia il processo con cui nascono e muoiono le parole, particolarmente nel mondo delle tecnologie.
Questi termini ("cloud", "device indipendent", "software as a service", ecc. ecc.) nascono spesso PRIMA che ciò che esse designano esista e spariscono appena DOPO la sua nascita (o il suo definitivo sviluppo).
Trovo sia un bel gioco di rimandi tra parole e realtà, tra nome e concetto.
Ed anche un sistema piuttosto preciso per definire ciò che ha acquisito un'esistenza consistente o sia ancora ad uno stadio precedente.
Insomma, se ha un nome vuol dire che non esiste ancora compiutamente, o meglio che il concetto è confondibile perché non ancora oggettivamente riconoscibile.
Se esiste, non ha un nome (o meglio non ne ha necessità).
Tutto ciò nasce solo da una necessità di marketing (vendere qualcosa prima ancora che esista) o ha a che fare con l'atavica attesa del futuro e la sua incertezza?
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