giovedì 14 febbraio 2013

Capire tutti.


Considerata una combinazione di caratteristiche comportamentali mi pare si possa dire, con il conforto della matematica, che un gruppo umano di migliaia di individui non è complessivamente dissimile da un altro che si formi nel medesimo contesto sociale. Per fare un esempio, un gruppo di ultras della squadra A non è dissimile da un analogo insieme che tifi per la rivale squadra B.

Su questa base, il fatto che possa nascere un partito politico in cui onestà, intelligenza, capacità siano superiori (nell’insieme e per ogni singolo individuo ne faccia parte) a quelle di un altro è statisticamente poco probabile e credibile solo per fede dogmatica, non razionalmente.
Dunque pensare di essere tra i “perfetti” e dedurre che chi non fa parte del “gruppo dei perfetti” abbia solo e soltanto caratteristiche differenti, è un errore logico.

Capire tutti questo consente di evitare che un partito o una coalizione, quand’anche raggiungesse in libere elezioni percentuali di voto elevatissime, si senta demandata a dovere e potere governare da sola, senza il confronto con gli altri ed imponendo la propria visione.

Il partito di quelli che sono tutti e solo onesti, intelligenti e capaci esiste solo nella testa degli ingenui, dei tiranni e dei massacratori.