lunedì 6 giugno 2011

Chi ricerca, ritrova!

Credo appaia a molti come assolutamente affascinante l'idea che persone vissute migliaia di anni prima di noi siano giunte a conclusioni assai precise sia su fatti che riguardano la psiche umana sia su fenomeni più strettamente scientifici.

Sin da piccolo, mi ha sempre colpito l'idea che i popoli antichi di tutto il mondo avessero una così precisa visione dell'astronomia, tanto da fare calcoli molto complessi su albe, tramonti, inclinazioni solari, eclissi. ecc. ecc.
Avevano mezzi assai semplici, rispetto ad oggi, ma riuscivano comunque a capirci parecchio.
Il loro senso del tempo era così particolare che erano in grado di fare osservazioni stellari che duravano per più generazioni umane, trasmettendosi nel tempo i dati man mano emersi e così riuscendo a calcolare con enorme precisione i movimenti degli astri.

Ovviamente, oggi si è molto più avanti di allora e, benché restino insoluti problemi enormi, le nostre conoscenze su materia e cosmo compiono straordinari passi avanti ogni giorno.

La teoria delle stringhe, dimostrata sul piano matematico ma finora ancora non sufficientemente comprovata sperimentalmente, è una soluzione proposta da alcuni decenni per avvicinarsi alla soluzione del più rilevante problema fisico che oggi ci appare innanzi, l'unificazione delle forze.
Tralascio ogni descrizione dell'una e dell'altra cosa, perché quello che mi preme sottolineare è la grande similitudine tra quanto previsto dalla teoria delle stringhe e quanto descritto dalla cosmogonia vedica (qui trovate qualche riga a riguardo, in una descrizione molto semplificata).

In sintesi, l'Universo (anzi, gli universi) descritti dai Veda ca. 4000 anni fa assomiglia molto a quello previsto dalla teoria delle stringhe. Le somiglianze si estendono all'aspetto, alla modalità di evoluzione e persino a particolari ancora solo scientificamente oggi presagiti, ma già descritti con grande accuratezza nei testi vedici.

Premesso che le similitudini esistono solo in quanto NOI le costruiamo (sulla base delle conoscenze che abbiamo oggi su Universo e Veda, nell'esempio) e quindi un sano senso di distacco è sempre bene tenerlo, nondimeno ritengo sia di grande aiuto tanto nella speculazione filosofica quanto nella ricerca scientifica questa idea che più avanti si va più indietro si ritorna.

Insomma l'idea sempre veleggiata nel pensiero umano che vi sia una "circolarità" nella vita umana (vita, morte, rinascita) quanto nell'universo (inizio, espansione, fine e nuovo inizio) sembra estendersi anche alla conoscenza quando, come in questo caso, essa sembra dapprima espressa nella religione, poi persa nella storia ed ora tornare a noi attraverso la scienza.

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